Le domande frequenti
D: In cosa consiste la psicoterapia sistemico relazionale?
R: Lo psicologo o il terapeuta che segua l’approccio sistemico mette al centro dell’attenzione – che si tratti di un problema della famiglia, della coppia, o dell’individuo – la rete di relazioni come risorsa principale delle persone e come cornice che spiega e dà senso a quanto accade loro.
Normalmente pensiamo che attraverso la terapia si “scoprano” cause passate dei problemi. Certo, il passato è importante e conoscerlo è utile per capire quel che accade nel presente. Dal mio punto di vista, è meglio dire che, attraverso l’ipotizzazione, la narrazione e la conversazione, si possono esplorare modi alternativi e creativi di affrontare un problema o una crisi evolutiva.
Nella seduta di consulenza o di terapia i professionisti utilizzano, a fianco della propria esperienza e delle proprie conoscenze, il contributo del cliente quale “esperto” della situazione che vive e del problema che sta affrontando. Si lavora tutti insieme, insomma.
Non solo: quando possibile (nella mia pratica è la norma) nella terapia della famiglia si adotta il lavoro d’équipe. Composta da due terapeuti (meglio se una donna e un uomo), l’équpe è una grande risorsa in un’attività in cui l’osservazione deve procedere a vari livelli di complessità.
D: Per quali problemi è indicato l’approccio sistemico?
R: La psicoterapia sistemica è indicata per affrontare, attraverso le relazioni importanti, problemi e “sintomi” che si manifestano come “individuali” – disturbi alimentari, sintomi psichiatrici e psicosomatici, problemi scolastici, blocchi evolutivi, sofferenza emotiva in genere – e problemi più specificamente “relazionali”: crisi di coppia, difficoltà nella relazione tra genitori e figli, problemi di comunicazione.
A seconda di chi richieda la consultazione, e in base alla valutazione che psicologo e cliente/i faranno, si decide a chi si rivolgerà la consulenza: all’individuo, alla coppia, alla famiglia.
D: Perché nella terapia sistemica della coppia e della famiglia lavorano due terapeuti?
R: Il lavoro in équipe è una delle caratteristiche qualificanti del lavoro sistemico. Osservare quello che accade in un setting complesso come quello familiare richiede livelli di osservazioni più complessi rispetto al rapporto terapeutico classico “uno a uno”. Due terapeuti mettono a confronto i loro vissuti, le rispettive ipotesi, le descrizioni del processo, e in nella visione binoculare che emerge dai diversi punti di vista è ancora più valorizzata la ricchezza delle interazioni che si svolgono.
D: Quanto dura una consulenza sistemica?
R: Il primo o i primi due incontri hanno lo scopo di raccogliere informazioni e di costruire insieme un progetto di intervento.
Storicamente, la psicoterapia sistemica consiste in un intervento breve o breve-lungo: l’esperienza ci ha portato ad affidarci un po’ meno ai limiti di tempo che ci imponevamo in passato. Così la relazione terapeutica può durare qualche mese o un anno, ma a volte anche più: tutto questo è concordato col paziente e con la famiglia e rinegoziato strada facendo. Fa parte del percorso anche fermarsi ogni tanto a verificare la strada fatta e quella che resta ancora da fare (o che si intende fare).
Le sedute si svolgeranno a intervalli ampi l’una dall’altra: lo spazio tra le sedute sarà sufficientemente lungo da valorizzare le risorse di cambiamento del cliente o della famiglia, e da aiutare questi e il terapeuta a far sedimentare le idee che emergono di volta in volta.
D: È possibile fare consulenza o psicoterapia online?
R: Sì. Ma di questo si parla estesamente in questa pagina.