Ho svolto durante gli anni della pandemia corsi per il colloquio a distanza per Professionisti dei servizi pubblici di varie città della Lombardia.
Ciascuno di noi ha un proprio set di “pre-giudizi” sulle relazioni virtuali. Talvolta questi pregiudizi hanno a che fare con quanto sia “vera” o “autentica” una relazione mediata dalla macchina; o con quanto “non verbale” esista in un dialogo a distanza; o con quanta “vicinanza” sia possibile fra due persone che non si trovano nella stessa stanza.
Il punto è che non è utile pensare al setting a distanza in termini di “cosa manca” rispetto a una conversazione “in presenza”: cioè, “c’è meno non-verbale?”, o “c’è meno prossimità?” eccetera. È utile, piuttosto, pensare alla dimensione virtuale come a un contesto diverso e con peculiarità tutte sue, e domandarsi “come funziona il non verbale in quella dimensione?”, o “che genere di prossimità è possibile?” eccetera.
Lavorare online non è soltanto trasferire in Skype quello che si fa vis-à-vis: è anche apprendere contesti e differenze tra contesti, è mettere alla prova i propri pregiudizi sulla “vicinanza” emotiva e fisica.
Il corso attualmente è strutturato in due moduli:
- “Online e offline, o se preferite attuale e virtuale: due dimensioni della relazione”
- “Il colloquio online”
Ma è pensato per essere esteso o adattato ad altri formati e altre esigenze.