Gianmarco Manfrida: Gli sms in psicoterapia
A breve sarà disponibile il numero 24 della rivista “Connessioni”. Fra le segnalazioni bibliografiche della rubrica Segnalibro c’è una mia nota su un curioso libro edito da poco da Antigone…
Gianmarco Manfrida: Gli sms in psicoterapia
Antigone Edizioni – Torino, 2009
Anche chi non è disposto ad ammetterlo facilmente, nella categoria degli psicoterapeuti, avrà fatto qualche volta uso di Short Message Service, di messaggini telefonici, nella relazione terapeutica. Lo si fa pensando ogni volta che è una eccezione, che lo strumento è incongruo con una cornice in cui la comunicazione dovrebbe avere ben altro peso che quello dei 140 caratteri del messaggio breve.
Eppure lo si fa, le persone lo fanno, e il clinico, raggiunto sul lavoro o in altre circostanze, non può tirarsi indietro: perché farlo significherebbe distanza e scarsa disponibilità e perché in fin dei conti – in certe occasioni – gli sms offrono la possibilità di gestire con una frase e con un intervento efficace situazioni che altrimenti richiederebbero ben altro tempo e, talvolta, arrecherebbero ben altri scompigli per il setting. E nei casi in cui essi sono effettivamente un modo di aggredire le regole della relazione terapeutica, ancora di più richiedono una consapevolezza del mezzo.
Dunque, dal momento che lo strumento sta lì ed esimersi non si può, ci sono all’incirca due modi di utilizzarlo: così come viene oppure con consapevolezza.
Il libro di Manfrida è un contributo alla seconda ipotesi, e insieme una riflessione su come, in un periodo in cui i nuovi media cambiano le regole della comunicazione, anche la sacralità della relazione terapeutica deve accogliere un certo grado di lievità e di ironia.
È un libro utile. A partire dal fatto che l’autore ci illustra lo strumento nei suoi vari aspetti sociali, linguistici e persino tecnologici. Può il clinico dei tempi d’oggi evitare di interessarsi anche a questi ultimi? No che non può.
Sul numero di ottobre 2008 della rivista La parola e la Cura, edita dall’Istituto CHANGE di counselling sistemico, un medico di medicina generale riferisce di esperienze analoghe nela propria pratica professionale.
Io conosco una collega che lavora in un servizio tossicodipendenze e che da tempo sta sperimentando l’uso degli sms coi suoi utenti.
Lavori come quello di Manfrida (son curioso di conoscere quello che segnala Giorgio) sono interessanti perché provano a dare senso a una pratica che, vuoi o non vuoi, è ormai comune ma spesso manca di una adeguata riflessione.