Antonella Piermari e Laura Vernaschi: GENOGRAMMA E GENOGRAMMI

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IL GENOGRAMMA PER LA FORMAZIONE

Da un'analisi accurata del materiale relativo al genogramma è immediato accorgersi che, dal punto di vista cronologico, una delle prime applicazioni del genogramma è stata quella relativa alla formazione degli psicoterapeuti familiari; Bowen riteneva che gli allievi dovessero vivere l'esperienza definita "il viaggio di ritorno a casa" che era incentrata sulla conoscenza di sé e della propria famiglia di origine. Così come durante la terapia si deve sostenere il soggetto nel processo di differenziazione dalla massa indistinta della propria famiglia, allo stesso modo il terapeuta in formazione deve allenare se stesso a raggiungere il massimo della differenziazione dal proprio nucleo di origine. Attraverso la supervisione degli allievi, Bowen li aiutava a sviluppare nuove strategie di detriangolazione rispetto a genitori, fratelli, sorelle e parenti vari. Al "viaggio di ritorno a casa" egli affiancava l'uso del genogramma familiare senza invitare i parenti dell'allievo per lasciargli la responsabilità della propria differenziazione.

Attualmente, rispetto alla scuola milanese, quella fiorentina, quella romana e quella napoletana sembrano dedicare maggior spazio, durante il percorso di formazione alla psicoterapia, alla ricostruzione da parte degli allievi del proprio genogramma. L'importanza del gruppo, nell'analisi della propria storia familiare, assume un rilievo fondamentale in quanto tramite domande, osservazioni e ipotesi permette di approfondire la rappresentazione grafica e la relativa esposizione ed evidenziare pattern relazionali e comunicativi non identificati dal soggetto stesso.

L'utilizzo del genogramma nel contesto formativo può prevedere anche una ri-proposta dell'attività a distanza di tempo, per evidenziare i cambiamenti che, durante il percorso di apprendimento, sono compiuti dagli allievi che stanno facendo propria l'ottica relazionale nella lettura delle situazioni familiari.

Questo uso del genogramma ha anche un altro obiettivo, ossia quello di permettere all'allievo di sperimentare in prima persona una tecnica che poi potrà utilizzare in seduta; oltre all'aspetto pratico di apprendimento dello strumento, non va sottovalutato l'impatto emotivo che può scaturire da tale esperienza, sia dal punto di vista individuale di ricordo e narrazione della propria storia, sia dal punto di vista relazionale, in base ai feedback del gruppo che ascolta e fa domande.

In alcune scuole di formazione (per esempio l'ITFF di Firenze) agli allievi sono proposte anche modalità di ricostruzione della propria storia familiare derivate e sviluppate a partire dal genogramma classico, come per esempio il genogramma fotografico: attraverso le foto attuali e del passato è possibile allo psicoterapeuta in formazione affinare, tra gli altri, il senso della vista e dell'attenzione ad elementi che possono essere mascherati dalle parole ma emergono dalle immagini.

Anche in questo caso, accanto all'apprendimento di una tecnica si ottiene una riflessione profonda da parte dell'allievo e del gruppo rispetto alla propria storia ed anche alle proprie capacità di cogliere questo tipo di informazioni visive e analogiche.

Anche allargando l'analisi all'esterno dell'Italia, emerge come il genogramma in formazione sia una pratica molto diffusa e documentata; in generale sembra prevalere l'idea che questa tecnica permetta all'allievo un lavoro di riflessione approfondita rispetto alla propria famiglia, soprattutto grazie alla possibilità di avere le retroazioni del gruppo di colleghi. Anche a livello emotivo il genogramma sembra essere utile per sperimentare in prima persona un'esperienza significativa.Un aspetto molto importante che abbiamo rilevato in un articolo di Timm e Blow (1999) è l'attenzione che il formatore deve porre alle risorse dell'allievo rispetto alla propria storia familiare, in contrapposizione ad un approccio spesso più comune volto ad identificare i nodi problematici nell'organizzazione familiare del soggetto: lo strumento del genogramma in formazione diventa veramente utile, secondo questi autori, se l'allievo individua le sue specifiche competenze derivate dalla unicità e particolarità della propria storia. Ad esempio, se emerge che un allievo ha vissuto nella sua famiglia delle relazioni caratterizzate da violenza, si aprono due strade possibili: elaborare questa tematica per portare l'allievo verso la "risoluzione" dei potenziali suoi conflitti interni e relazionali derivati da questa situazione oppure, ribaltando la prospettiva, far emergere dalla narrazione che accompagna la composizione del genogramma, le capacità analitiche e strategiche che il soggetto ha sviluppato per vivere nel proprio contesto familiare ed ovviare le problematiche connesse alla violenza nelle relazioni. Viene quindi proposta un'analisi del genogramma in formazione con il focus dell'attenzione sulle risorse dell'allievo.