Antonella Piermari e Laura Vernaschi: GENOGRAMMA E GENOGRAMMI

< Vai alla Mappa
< Vai alla pagina precedente

 

LA FUNZIONE DI CHI ASCOLTA IL GENOGRAMMA:

 

Atteggiamento, domande e riflessioni

 

Quando viene proposto a qualcuno di fare il proprio genogramma, si presuppone la presenza di altre persone che assistono a questa attività: in contesto formativo di gruppo sono i colleghi e i formatori dell'allievo, in contesto clinico familiare sono i parenti del soggetto, durante un colloquio individuale è il terapeuta. Oltre alle "istruzioni" date al soggetto, è importante che anche l'uditorio ascolti con rispetto, attenzione e curiosità ciò che verrà raccontato. Inoltre le altre persone potranno fare delle domande durante la stesura del genogramma, volte a capire meglio la storia e a far emergere nuove chiavi di lettura della situazione.

E' importante sottolineare che viene richiesto un atteggiamento di ascolto attivo e interessato, modalità che rappresenta un modello relazionale positivo per il contesto in cui si sta svolgendo l'attività, ma anche esportabile nelle relazioni quotidiane che ogni soggetto vive come persona e come professionista.

Il genogramma porta a confrontarsi con la propria capacità di ascoltare e incuriosirsi alle storie delle altre persone, quindi con il tema del rispetto; inoltre, la richiesta di far domande fa sperimentare una modalità attiva di partecipazione alla storia, sia per chi è coinvolto in prima persona che per chi non lo è e sottolinea l'importanza della comprensione dei punti di vista diversi dal proprio. Infine il confronto tra i possibili punti di vista permette di discutere su un tema senza la necessità di giungere alla definizione di una verità assoluta prevalente sulle altre, creando nuovamente la possibilità di vivere un'esperienza in cui le diverse punteggiature di una stessa storia non portano necessariamente al conflitto ma piuttosto al dialogo. Si aprono mondi ugualmente possibili.

Questi aspetti ci sembrano molto importanti anche se trasversali allo specifico strumento di cui si tratta: il contesto in cui il genogramma viene costruito e la consegna sia a chi lo compila che a chi ascolta sono fondamentali per trasformare il genogramma da semplice mezzo di raccolta di informazioni a strumento di relazione e di intervento clinico o formativo.

Entrando nello specifico delle domande che possono essere utili durante la stesura di un genogramma, ovviamente a fianco di quelle chiarificatrici, alcuni esempi sono:

  • Quali sono le persone della famiglia con cui hai una relazione più stretta? E con quali persone esterne alla famiglia hai un legame particolare?
  • Quali persone ti aiutano maggiormente quando ne hai bisogno?
  • Da chi va ogni persona della tua famiglia quando ha bisogno di essere aiutato o ha voglia di parlare un po'?
  • Chi è il più "forte" della famiglia? E il più debole? Quello che ha sempre più problemi?
  • Con chi passi più tempo tra le persone della tua famiglia? E con chi tra quelle che vivono con te?
  • A chi assomigli di più come carattere? A chi vorresti assomigliare?
Questi sono solo alcuni esempi di domande, ma sono utili a far capire che l'obiettivo è quello di delineare una mappa relazionale tra le persone rappresentate, facendo emergere somiglianze e differenze, evidenziando le alleanze e le coalizioni, le distanze e i legami più significativi.