Antonella Piermari e Laura Vernaschi: GENOGRAMMA E GENOGRAMMI

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A COSA SERVE IL GENOGRAMMA?

Molteplici usi per molteplici finalità

 

Dalla letteratura si evince come il genogramma possa essere utilizzato sia come strumento diagnostico che come intervento clinico vero e proprio; nel primo caso l'obiettivo principale è quello di recuperare la maggior quantità di informazioni possibili sulla struttura della famiglia e connetterle tra loro per definire un quadro completo della situazione presa affrontata. Nel settore medico questo uso del genogramma è il più diffuso e presenta notevoli vantaggi sia nella fase di recupero dei dati, sia in caso di comunicazione con altri colleghi rispetto alla situazione presa in carico. Usato con questa finalità, il genogramma viene di solito compilato dal clinico stesso, che fa domande specifiche e mirate al cliente o ai suoi familiari. Il beneficiario del "prodotto" è dunque il medico, che ottiene in breve tempo tutte le informazioni che considera importanti.

Nel contesto psicologico - clinico, invece, il genogramma ha solitamente una finalità più ampia, sia che venga compilato dal terapeuta sia che venga costruito dalla famiglia.
In generale, sembra emergere che il genogramma aiuti ad evidenziare la complessità di una storia familiare, a rendere visibili i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo o eventualmente le cristallizzazioni in modalità relazionali che creano disagio. Utilizzare il genogramma permette la condivisione ed il confronto sulla definizione dei problemi portati in seduta dai membri della famiglia.

È evidente che, a seconda di chi è presente alla stesura del genogramma, le modalità ed i risultati relativi a questa attività saranno differenti: se il genogramma viene proposto ad una persona in terapia individuale sarà utile che il soggetto ricordi (nel senso inglese del termine re-member: ri-membrificare) tutte le figure della famiglia e quelle esterne ad essa che ritiene significative nel racconto della propria situazione. In questo caso sarà il clinico che farà le domande e le riflessioni utili per il soggetto.

Un'altra possibilità è quella di usare il genogramma in situazione di coppia (vedi per es: esperienza in comunità): le possibilità allora saranno due e cioè che il genogramma venga costruito da un soggetto per volta e che alla fine i due si confrontino su quanto espresso, oppure che il genogramma debba essere concordato e quindi unico, portatore delle istanze e dei significati di entrambi i membri della coppia; in questo caso, il periodo di costruzione, se questa avviene durante la seduta, offre la possibilità al terapeuta di osservare le modalità relazionali e di presa di decisione tra le due persone. In alternativa il clinico può chiedere alla coppia di costruire il genogramma a casa loro, nell'intervallo tra una seduta e quella successiva, e farsi spiegare poi come si è svolto il processo, quale è stato il risultato, con quale livello di soddisfazione o conflitto tra i due.

Infine, il clinico può trovarsi di fronte ad una famiglia intera: anche in questo caso può decidere, come per la coppia, se procedere persona per persona o se chiedere un genogramma concordato tra tutti o tra parti del sistema; ovviamente la richiesta dipende dal tipo di ipotesi che ha il clinico, dalla fase della terapia, dalla necessità di avere informazioni precise o piuttosto di osservare le modalità relazionali e comunicative dei soggetti alle prese con un compito.

Una diversa possibilità è quella che il terapeuta decida di costruire autonomamente il genogramma della famiglia/coppia/individuo che ha in seduta, mentre i soggetti parlano e presentano la propria situazione. In questo caso l'obiettivo principale è quello di "fotografare" in un preciso momento il quadro familiare in questione, per avere informazioni, definire alleanze e coalizioni, verificare ipotesi e eventualmente, nel tempo, modificare il genogramma e analizzare i cambiamenti avvenuti.

In ogni caso è importante che il genogramma venga condiviso da tutte le persone presenti in seduta, permettendo a ognuno di esprimere il proprio punto di vista su quanto emerso. Inoltre si deve anche tenere presente la possibilità di riproporre il genogramma dopo un certo periodo di tempo, per riflettere con le persone stesse sui processi in corso. Questo aiuta la famiglia a percepirsi nel tempo come un gruppo di persone interconnesse, diminuendo la possibilità che tutte le responsabilità, colpe o cambiamenti in atto, vengano viste come relative ad un solo soggetto. Condividere tra tutti il genogramma permette anche di offrire la possibilità a tutti i presenti di confrontarsi sia con le informazioni più semplici (come date di nascita, legami di parentela, occupazione delle persone raffigurate) sia con quelle più complesse, di tipo sistemico e relazionale. Anche a livello emotivo, la condivisione del genogramma, rappresenta una strada per individuare, rivivere e ristrutturare eventi nodali della vita della famiglia.