Antonella Piermari e Laura Vernaschi: GENOGRAMMA E GENOGRAMMI

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INTRO...

Perché un ipertesto sul genogramma?

 

Apprestandoci a progettare la struttura contenutistica e concettuale del nostro lavoro sul genogramma, abbiamo ritenuto importante soffermarci anche a pensare sulla forma più adatta per analizzare uno strumento con così tante sfaccettature, in considerazione anche del contesto in cui sarebbe stato presentato.
Dopo due anni di frequenza della scuola sistemica - relazionale, un concetto è certamente radicato in noi: l'importanza della circolarità come metafora di un'epistemologia, di una lente di osservazione, di una modalità di analisi, pensiero e intervento.
Una relazione scritta ci è apparsa decisamente lineare per affrontare la molteplicità di aspetti che avevamo individuato nello schema iniziale del lavoro e così abbiamo pensato di appoggiarci alla tecnologia per creare un "contenitore di contenuti" più flessibile e "sistemico"; per quanto sempre limitato rispetto alla quantità di connessioni possibili, è certamente più simile al corso dei pensieri e può dirsi una metafora delle modalità di lavoro durante la “stesura”.
Abbiamo deciso di utilizzare una struttura ipertestuale, ossia una rete di testi e immagini collegati tra loro, non organizzati secondo una sequenza lineare, ma secondo un percorso che ogni volta può assumere tracciati diversi. A seconda dei collegamenti che si decide di aprire si esplorano di volta in volta parti di contenuto nuove e connesse in modo originale a quanto già letto.

All'interno di questa struttura, se non del tutto circolare, sicuramente non lineare, i contenuti si integrano, senza un inizio e una fine definiti; è necessario che il lettore sia attivo e scelga come "muoversi" all'interno del documento.
L’ipertesto, inoltre, offre la possibilità di essere riscritto e modificato, verso un arricchimento continuo che lo rende sempre attuale.
Nella scelta di questo strumento da utilizzare ci è stato utile e di conferma quanto espresso da Flavio Nascimbene (2003) nell'articolo "La matrice ipertestuale del sé. Riflessioni sul modello sistemico - relazionale in un contesto Internet" in cui viene paragonata la struttura lineare dei testi con quella circolare e sistemica degli ipertesti, approfondendo anche le diverse modalità relazionali associabili.

 

Due contesti della relazione

TESTO

IPERTESTO

Struttura sequenziale / tendenza alla lineareità

Struttura circolare, reversibilità / interattività

Logicità argomentativa

Pensiero laterale / convivenza di saperi locali

Tendenza alla staticità

Tendenza alla dinamicità

Astrazione di proprietà discrete

Integrazione olistica

Tempo e spazio: limiti moderni

Nuovo tempo, nuovo spazio

Immagine /metafora:

relazione lettore - libro

Immagine /metafora:

relazione tramite Internet

 

Ci è quindi sembrato interessante provare a strutturare il lavoro secondo caratteristiche meno comuni di quelle a cui siamo abituati, scorgendone le potenzialità sia in termini di presentazione dei contenuti, sia per quanto riguarda lo sforzo necessario per organizzare gli stessi in modo organico e comprensibile, ma non lineare. Poco o niente sapevamo di come si costruisce un ipertesto, ma, come nelle terapie, avevamo un obiettivo in mente e ci siamo sentite pronte alla sfida di conoscere e imparare qualcosa di nuovo.


Quando uno strumento è preciso e ben strutturato, contemporaneamente aleggia anche l’idea, tanto affascinante quanto utopistica, che possa esistere una tecnica in grado di fornire informazioni utili, vere e generalizzabili. In questo senso il genogramma ci è sembrato un buon "candidato" per essere sottoposto ad indagine, con il fine di stravolgere tali credenze, cercando di far dialogare esperienze e idee diverse o, come direbbe Cecchin, pregiudizi diversi.


Affrontare il tema del genogramma espone senza dubbio alla complessità di uno strumento che viene utilizzato per diverse finalità e secondo epistemologie differenti: il genogramma come strumento per raccogliere informazioni da parte del terapeuta familiare e per facilitare la comunicazione con i colleghi, e il genogramma come attività da far svolgere ai clienti per permettere loro una riflessione sulla propria storia familiare; il genogramma come tecnica da insegnare agli allievi in formazione, ma anche come esperienza di elaborazione della propria situazione col supporto del gruppo dei colleghi e dei formatori.
Dal punto di vista teorico, non può mancare il riferimento a Murray Bowen che per primo ha proposto la simbologia standard da utilizzare, ma analizzando la letteratura presente sul tema si scopre rapidamente come il genogramma sia uno strumento trasversale ad una moltitudine di discipline ed approcci, difficilmente categorizzabili. Sebbene il contesto di applicazione che in questa occasione ci interessa sia quello clinico - terapeutico, è facile riscontrare che il genogramma viene utilizzato anche in situazioni differenti, in particolare nell'ambito medico. In effetti il genogramma deriva la sua struttura grafica dal più comune albero genealogico, schema utilizzato per raffigurare i legami di parentela risalendo fino alle generazioni di cui si conoscono i dati. Col genogramma, però, all'attenzione per la raffigurazione grafica, si aggiunge l'interesse per l'aspetto relazionale tra le persone rappresentate nello schema.
Come nell'ipertesto, le informazioni derivanti da fonti diverse si integrano per rendere più completo e complesso il quadro della situazione e permettono la costruzione di narrazioni relative alla storia di famiglia sempre nuove.
Anche l'aspetto del tempo è significativo relativamente al genogramma, in quanto tale raffigurazione può essere composta in archi temporali differenti, brevi o più lunghi, può essere riproposta dopo un intervallo di tempo, può essere rielaborata nel corso del tempo.
I diversi utilizzi del genogramma durante una seduta terapeutica permettono sia al terapeuta che alla famiglia di osservare modalità di relazione e comunicazione tra i soggetti e quindi questo strumento è utile sia ai fini della comprensione di una situazione che per gli interventi da svolgere.


Rifacendoci a quanto scrive Fruggeri (1997) rispetto al cambiamento culturale che deve portare dalla considerazione della famiglia a quella delle famiglie, il genogramma sembra essere uno strumento sufficientemente flessibile per adeguarsi alle particolarità dei moderni nuclei familiari, sempre meno riducibili ad uno schema comune (famiglie monoparentali, famiglie ricomposte, famiglie omosessuali, etc...): dunque dal genogramma ai genogrammi...