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INTRO...
Perché un ipertesto sul genogramma?
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Apprestandoci
a progettare la struttura contenutistica e concettuale del nostro lavoro
sul genogramma, abbiamo ritenuto importante soffermarci anche a pensare
sulla forma più adatta per analizzare uno strumento con così tante sfaccettature,
in considerazione anche del contesto in cui sarebbe stato presentato. All'interno di questa struttura, se non del tutto circolare, sicuramente
non lineare, i contenuti si integrano, senza un inizio e una fine definiti;
è necessario che il lettore sia attivo e scelga come "muoversi"
all'interno del documento.
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Ci è quindi sembrato interessante provare
a strutturare il lavoro secondo caratteristiche meno comuni di quelle a
cui siamo abituati, scorgendone le potenzialità sia in termini di presentazione
dei contenuti, sia per quanto riguarda lo sforzo necessario per organizzare
gli stessi in modo organico e comprensibile, ma non lineare. Poco o niente
sapevamo di come si costruisce un ipertesto, ma, come nelle terapie, avevamo
un obiettivo in mente e ci siamo sentite pronte alla sfida di conoscere
e imparare qualcosa di nuovo. Quando uno strumento è preciso e ben strutturato, contemporaneamente aleggia anche l’idea, tanto affascinante quanto utopistica, che possa esistere una tecnica in grado di fornire informazioni utili, vere e generalizzabili. In questo senso il genogramma ci è sembrato un buon "candidato" per essere sottoposto ad indagine, con il fine di stravolgere tali credenze, cercando di far dialogare esperienze e idee diverse o, come direbbe Cecchin, pregiudizi diversi. Affrontare il tema del genogramma espone senza dubbio alla complessità di uno strumento che viene utilizzato per diverse finalità e secondo epistemologie differenti: il genogramma come strumento per raccogliere informazioni da parte del terapeuta familiare e per facilitare la comunicazione con i colleghi, e il genogramma come attività da far svolgere ai clienti per permettere loro una riflessione sulla propria storia familiare; il genogramma come tecnica da insegnare agli allievi in formazione, ma anche come esperienza di elaborazione della propria situazione col supporto del gruppo dei colleghi e dei formatori. Dal punto di vista teorico, non può mancare il riferimento a Murray Bowen che per primo ha proposto la simbologia standard da utilizzare, ma analizzando la letteratura presente sul tema si scopre rapidamente come il genogramma sia uno strumento trasversale ad una moltitudine di discipline ed approcci, difficilmente categorizzabili. Sebbene il contesto di applicazione che in questa occasione ci interessa sia quello clinico - terapeutico, è facile riscontrare che il genogramma viene utilizzato anche in situazioni differenti, in particolare nell'ambito medico. In effetti il genogramma deriva la sua struttura grafica dal più comune albero genealogico, schema utilizzato per raffigurare i legami di parentela risalendo fino alle generazioni di cui si conoscono i dati. Col genogramma, però, all'attenzione per la raffigurazione grafica, si aggiunge l'interesse per l'aspetto relazionale tra le persone rappresentate nello schema. Come nell'ipertesto, le informazioni derivanti da fonti diverse si integrano per rendere più completo e complesso il quadro della situazione e permettono la costruzione di narrazioni relative alla storia di famiglia sempre nuove. Anche l'aspetto del tempo è significativo relativamente al genogramma, in quanto tale raffigurazione può essere composta in archi temporali differenti, brevi o più lunghi, può essere riproposta dopo un intervallo di tempo, può essere rielaborata nel corso del tempo. I diversi utilizzi del genogramma durante una seduta terapeutica permettono sia al terapeuta che alla famiglia di osservare modalità di relazione e comunicazione tra i soggetti e quindi questo strumento è utile sia ai fini della comprensione di una situazione che per gli interventi da svolgere. Rifacendoci a quanto scrive Fruggeri (1997) rispetto al cambiamento culturale che deve portare dalla considerazione della famiglia a quella delle famiglie, il genogramma sembra essere uno strumento sufficientemente flessibile per adeguarsi alle particolarità dei moderni nuclei familiari, sempre meno riducibili ad uno schema comune (famiglie monoparentali, famiglie ricomposte, famiglie omosessuali, etc...): dunque dal genogramma ai genogrammi... |
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